Continua la guerra della Russia contro Telegram, la famosa app di messaggistica. Già ad aprile infatti Rosckomnadzor (il servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa) aveva ordinato il ban dell’app in tutta la nazione. Per limitarne l’accesso furono bloccati 15.8 milioni di IP sulle piattaforme cloud di Google e Amazon, ed è stato richiesto alle reti VPN di bloccare i messaggi di Telegram. Nonostante le misure precedentemente prese però, sono state bloccate solo dal 15 al 30% delle operazioni dell’app. Per questo motivo la Russia si rivolge ora ad Apple, dando all’azienda un mese di tempo per rimuovere l’app dall’Apple Store.
Le motivazioni della Russia
Nonostante Telegram sia nato in Russia, i rapporti tra gli sviluppatori e il governo non sembrano così limpidi. A seguito delle leggi anti terrorismo emanate nel 2016, la Russia ha chiesto ai servizi di messaggistica di dare la possibiltà alle autorità di decriptare i messaggi. In questo modo, sarebbe possibile per il governo accedere ai dati e alle conversazioni degli utenti. Ma Telegram, da sempre attenta alla privacy dei propri utenti, si è rifiutato di fornire le chiavi.
Il fondatore e CEO di Telegram Pavel Durov ha infatti risposto dicendo che «la privacy non è in vendita», scatenando l’ira del governo. Secondo la Russia, la possibilità di accedere ai dati non sarebbe ritenuta una violazione della privacy, in quanto prima di poter visualizzare ogni tipo di informazione sarebbe necessario il permesso da parte del governo. Il rifiuto di Telegram metterebbe inoltre a repentaglio la sicurezza della nazione. La crittografia end-to-end, infatti, non lascia traccia dei messaggi sui server; ciò permetterebbe ai terroristi, criminali ed estremisti di agire in totale “sicurezza”.
I provvedimenti
A seguito del rifiuto, la Russia ha deciso di bloccare Telegram in tutta la nazione, almeno fino a quando non si dimostrerà collaborativo. Nonostante le precauzioni prese negli scorsi mesi però, la maggior parte della popolazione russa continua ad avere accesso all’app. La nuova strategia del governo sarebbe quindi quella di chiedere aiuto non solo ad Apple, ma anche a Google, invitandole a rimuovere l’app dai rispettivi store.
Nonostante Apple supporti la criptazione e la sicurezza dei dati, la possibilità che entri in campo a fianco del governo russo non sembra però così remota. Già in Cina aveva rilasciato le proprie chiavi di criptazione e trasferito le operazioni di iCloud ad una azienda cinese, dando in mano al governo cinese i dati dei propri utenti.
Come agirà nei confronti della richiesta della Russia? Staremo a vedere.
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