A 85 anni ci lascia il grande esponente della scrittura americana Philip Roth.
È stato un infarto a portare via il grande Philip Roth, scrittore americano e maestro della letteratura che come pochi altri ha contribuito ad arricchire la cultura letteraria degli Stati Uniti.
Nato nel 1933, ha dato vita a grandi e influenti opere. Il successo arriva con Lamento di Portnoy, in cui esplora l’intimo desiderio carnale attraverso un monologo al limite della nevrosi di un giovane ebreo.
La consacrazione e il Pulitzer
Entrato nella grande trinità degli scrittori americani con John Upkdike e Saul Bellow, abbandona i tratti più autobiografici dedicandosi agli avvenimenti della storia contemporanea con la trilogia Pastorale Americana. Grazie a questa grande opera di temi politico-sociali, Roth vince il Pulitzer nel 1998.
La sua vita è sempre stata una rincorsa al Nobel, premio per cui Roth è stato un “eterno candidato” senza mai riuscire a vincerlo.
La lotta con la scrittura
Nel 2012 termina il suo rapporto con la scrittura, attaccando un post-it al suo computer con scritta la frase “La lotta con la scrittura è finita”. Una lotta, quindi, quella vissuta con la sua passione per le storie.
La vita letteraria di Philip Roth ha donato alla cultura mondiale oltre 30 libri di cruda realtà e audace narrazione priva di buonismi e filtri edulcorati.
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