La nostra recensione del gioco Rare
Sea of Thieves è senza ombra di dubbio l’esclusiva di punta di mamma Microsoft, la quale apre le danze del 2018 Xbox con una freschissima formula multigiocatore. Chiaro, va sottolineata qualche virgola fuori posto, ma niente che incrini la solidità del discorso generale: Rare colpisce ancora, con una formula di game design dalla rara bellezza. Le meccaniche del gioco sono semplici e naturali, e fanno di Sea of Thieves un organismo vivente, capace di generare storie sempre diverse, e con il prezioso potere di unire in modo stretto persone distanti. Stiamo parlando di un Game Design “fisico”, che dopo anni di test ed ore di gioco con la build di lancio, possiamo recensire con consapevolezza.
DrCommodore è lieta di fare un affresco a trecentosessanta gradi su Sea of Thieves, declinazione piratesca dello spirito gioioso Rare, che dopo anni torna a stupirci come la prima partita a Battletoads o il primo salto assieme a Banjo-Kazooie.
Che cos’è Sea of Thieves?
Davanti ad un concept così innovativo e particolare, è la domanda che si fanno quasi tutti – credeteci, anche tra gli addetti ai lavori. Sea of Thieves è un gioco multiplayer, cooperativo e competitivo, in un setting piratesco dall’estetica cartoon. Quest’ultima non riguardo solo il colpo d’occhio, ma anche i dettagli tipici delle dinamiche dei prodotti d’animazione. Il gioco si basa sul polinomio composto da esplorazione, quest solving e looting.
Il Mare dei Pirati è pronto ad ospitare tante navi quante sono le ciurme disposte a navigarlo – con un massimo di navi per mappa, le distanze si accorciano o si allungano in base a quante ne sono presenti. Queste ultime possono essere composte da 2, 3 o 4 giocatori, oppure da un solo lupo di mare. Si hanno a disposizione due tipi di nave: la “Sloop” – una piccola ma veloce bagnarola, governabile in solitaria o in coppia – ed il “Galeone” – una maestosa imbarcazione di grandi dimensioni, fatta per essere popolata da ciurme da 4 pirati.
La sinergia tra giocatori
Quale modalità permette di godere al meglio Sea of Thieves? La risposta è che non c’è una modalità prediletta: che si giochi in ciurma, in coppia, o da soli, il gioco ha sempre qualcosa di differente da offrire al giocatore. Per praticità ci soffermeremo sulla modalità da 4 giocatori, poiché è quella che ci permette di parlare più agilmente delle potenzialità – finalmente espresse – di questo gioco.
Non avete 3 amici con cui giocare? Niente paura, il gioco farà in modo di abbinarvi ad altri pirati sparsi per il mondo. Parlate lingue diverse? Non parlate proprio? Il vostro microfono è difettoso? In ogni caso, comunicare e coordinarsi per superare le avversità è davvero facile, e per questo occorre ringraziare una struttura di gioco estremamente semplice quanto efficace.
Prendi la mappa, salpa, arriva all’isola, prendi il tesoro, ritorna ad uno degli avamposti e goditi il provento dell’escursione. “Banale”, direste ad una prima occhiata, ma è un processo estremamente lungo e soddisfacente, poiché nobilitato dai processi sinergici che guidano la navigazione e la caccia ai forzieri sulle isole. Condurre una barca comporta il coordinamento di tante piccole azioni, eseguite al momento giusto, con il giusto tempismo. Azioni comuni e immediatamente chiare a tutti i giocatori, qualunque sia la lingua parlata.
Schermata sgombra, c’è solo gioco
Con un design estremamente visivo, fisico e diretto, che arriva addirittura all’eliminazione quasi completa dell’HUD, si capisce esattamente quando è il momento di compiere un azione. Qualora si incontrino piccole incomprensioni, esse si possono colmare agilmente con le frasi e gli emote preimpostati. Come potete capire, anche comunicare e coordinarsi, riuscire a colmare il divario tra giocatori diversi, fa parte di una studiatissima formula di game design. Trovare il giusto approccio comunicativo – per tenere a galla la nave, sopravvivere agli arrembaggi e trovare i forzieri – è parte integrante del divertimento. E se proprio un giocatore non vuole collaborare, i compagni possono rinchiuderlo nella cella della stiva.
La tanto discussa offerta del gioco, facciamo chiarezza
Sea of Thieves è un meraviglioso esperimento di game design, in cui ciò che più importa è quello che sta tra le azioni – non le azioni stesse. I lunghi viaggi per mare, passati nella più profonda collaborazione affinché la nave resti a galla. Il gioco si presenta dunque come una fabbrica di storie, sempre nuove di ciurma in ciurma. Con piccoli e quasi insignificanti mezzi, Sea of Thieves riesce a creare una vera e propria dipendenza nei giocatori. La formula spinge a giocare e rigiocare, non per la bramosia di bauli, bensì per la parte più importante, a parer nostro: il viaggio. Della questione longevità, ne parleremo più avanti, in un paragrafo dedicato.
La navigazione, meccanica strutturale di Sea of Thieves
Ancora prima di accettare le missioni dalle tre diverse compagnie di ventura presenti nel mondo di gioco, veniamo in contatto con la navigazione. Il mare del gioco – il più bello della Storia dei Videogiochi, finora – non viene solcato con invasivi automatismi, come visto in giochi come Assassin’s Creed IV: Black Flag od Assassin’s Creed Rogue – recentemente recensito da DrCommodore.
La nave deve essere comandata in ogni suo aspetto: le vele devono essere issate, spiegate ed orientate manualmente dai giocatori, in base al vento; l’ancora deve essere gettata e levata con le braccia di tutta la ciurma; un membro deve fare da navigatore per l’uomo al timone, controllando la mappa e indicando la direzione sulla bussola. Inoltre, a fronte di danni allo scafo, i pirati dovranno riparare manualmente le falle, utilizzando le assi di legno e svuotando la nave dall’acqua imbarcata per mezzo del proprio secchio. Ogni cannone deve essere armato a mano, portando la palla nel proprio inventario, ed a mano è anche la mira – affidata ai riflessi e al colpo d’occhio, anziché elementi invasivi a schermo.
La HUD è quasi inesistente, ma il giocatore sa già cosa deve fare, perché navigare in Sea of Thieves non è poi così diverso dal farlo nella vita vera, o da ciò che si vede nei film. Il mare è impetuoso, selvaggio, corposo e schiumoso, e domarlo è compito della ciurma.
L’acqua, la nave, il meteo
È stato nel momento in cui abbiamo levato l’ancora, spiegato le vele e raddrizzato il timone di un galeone imponente, che abbiamo capito il vero potenziale del gioco. Il primo elemento, nonché il più importante con il quale siamo venuti in contatto, è stato (ovviamente) l’acqua. Resa divinamente da Rare, e regolata da un motore fisico quasi miracoloso, che contribuisce ancor di più all’immersione (in tutti i sensi) dei giocatori in questo meraviglioso mondo piratesco.
Guardare le onde che si infrangono su loro stesse, che si mescolano per generare nuove onde e che si annullano per dare vita al mare calmo, è ipnotizzante. Siamo rimasti piacevolmente sorpresi della ricerca di fedeltà fisica in un contesto così surreale: vedere personaggi cartoon, soggetti ad una fisica dei tuffi e delle collisioni in acqua così precisa, è davvero un piacere. Sea of Thieves è capace di mescolare l’illusione di realtà ad una massiccia illusione di irrealtà. La prima è l’ossatura delle meccaniche, la seconda è rappresentata dalle azioni contestuali e dall’estetica, ed assieme formano il gioco. Gioco nel quale la chiave di volta sono proprio i giocatori, cosa non più comune di questi tempi.
La nave, l’oggetto più prezioso da accudire
Stando a quanto detto, la nave non è solo un pezzo di legno che permette di arrivare da A a B. Va accudita, riparata, svuotata dall’acqua imbarcata, manovrata a dovere e attraccata senza fare danni. Come si capisce, la nave è un elemento centrale del gioco, è il luogo in cui si crea la sintonia tra i giocatori. La nave è alla stregua di un membro della ciurma, con una sua “barra della vita” invisibile, i suoi punti di forza e le sue debolezze. Si instaura un rapporto alla pari tra l’imbarcazione e giocatori. Questi ultimi non possono farne a meno per progredire, lei non può fare a meno di loro per rimanere a galla.
Le quest ed in cosa consistono
Rispetto alla beta, in cui si aveva accesso solo alle missioni di caccia al tesoro, la versione finale di Sea of Thieves conta ben tre compagnie di ventura, ciascuna con le sue differenti missioni. I Mercanti chiedono di acciuffare e rivendere animali, utilizzando delle gabbie apposite – disturbanti galline o simpatici porcellini – i Cacciatori di Tesori chiedono di rivenire tesori sepolti, per mezzo di mappe ed indovinelli e l’Ordine delle Anime incarica di recuperare dei mistici teschi, ottenibili uccidendo ciurme fantasma ed i loro capitani. Insomma, un discreto passo avanti rispetto alla ultima build della open beta, che offre svariate ore di gioco senza il minimo accenno di noia.
La struttura delle quest
Una volta acquistata una missione in un avamposto, con un pugno di oro, il giocatore deve proporla sul tavolo del capitano. Tutti i membri della ciurma devono essere d’accordo, affinché la quest possa partire, dunque sono chiamati a votare – piantando sul tavolo il proprio coltello.
Ogni missioni, di ogni tipo, ha una struttura circolare, la quale prevede la partenza da un avamposto, l’esecuzione di quanto richiesto, ed il ritorno al suddetto per ottenere l’introito in monete d’oro ed esperienza in gioco. Spesso siamo chiamati ad allontanarci notevolmente dagli avamposti, zone relativamente sicure – ed è un tutto dire, dato che si è comunque esposti ai nemici. Nel corso delle missioni, è possibile navigare tranquilli, ma probabile incappare in altre ciurme – ostili o amiche – o in fenomeni meteorologici che aumentano la variabilità del gioco.
Insomma, le quest vi sembrano semplici o banali? Ipoteticamente lo sono, ma nell’effettuale non affatto. Nessun elemento del gioco è a sé stante, nessuna missione costituisce un’istanza ludica separata: tutto è collegato – ciurme, meteo, tesori sepolti e mare impetuoso.
Più nello specifico, in cosa consistono le missioni?
Scesi a terra, assicurata la nave con l’ancora e finita la botte di Grog, arriva il momento di prendere in mano la pala, la bussola e la mappa dei tesori. I forzieri non sono mai troppo difficili da trovare, scovabili tramite una mappa disegnata o tramite piccoli indovinelli che raramente ci hanno messo i bastoni tra le vele. Raramente non vuol dire mai: qualche volta abbiamo passato ore a vagare, con la mappa in mano e la disperazione nel cuore, per poi renderci conto che il forziere era sempre stato a portata di pala.
Nel caso del recupero teschi, si attracca, e si inizia a massacrare ondate di scheletri fino a che il capitano fantasma non sbuca dalla terra. Spada alla mano, pistola carica e si va avanti finché non si ottiene un sibilante, dal fare minaccioso, teschio luminoso.
La cattura animali è leggermente più impegnativa, ma con un po’ di pratica, i problemi iniziali svaniscono. Gli animali attualmente disponibili sono dei graziosi porcellini, o delle rumorose galline. Entrambi necessitano della loro gabbietta apposita, ritirabile dall’addetto negli avamposti. Preso in mano lo strumento, la caccia consiste nell’inseguire la malcapitata bestia, cercando di premere il trigger destro al momento giusto.
Ogni cassa, teschio o animale ha il suo valore e le sue peculiarità – come la Cassa dei mille Grog che riduce in coma etilico il trasportatore, o la Cassa del Rimpianto che piange letteralmente acqua, riempiendo la nave. Teschi più ardui da recuperare valgono tendenzialmente di più, così come gli animali di colori più esotici.
Le battaglie navali e gli inseguimenti, menzione d’onore
Ultimi, ma non meno importanti, i combattimenti in mare aperto. “I see a ship!”, il grido testuale che l’uomo sul pennone grida quando è arrivato il momento di armare i cannoni. L’uomo del timone impartisce ordini alla ciurma sulla posizione delle vele, le armi vengono caricate fino all’ultimo proiettile, i cannoni puntati verso il nemico: “FUOCO!”. La nave avversaria che si posiziona per rispondere, il capitano che tenta viraggi impossibili per evitare le palle di cannone: i combattimenti sono tra i momenti più intensi ed emozionanti di Sea of Thieves.
Combattimenti che possono esaurirsi con l’affondamento di una della due navi, portare ad un tremendo arrembaggio o che possono sfociare in un agguerrito inseguimento di isola in isola. La nave che viene colpita, le assi di legno per le riparazioni che scarseggiano, le palle di cannone contate: momenti di tensione, grida disperate (sul serio, in cuffia), in cui ogni giocatore è chiamato a tirare fuori tutta la sua skill.
I Raid, un’esperienza ardua ma estremamente remunerativa
“Vedo un teschio all’orizzonte! Una nuvola teschio! Aspetta, gli occhi brillano…”, è così che ci si approccia per la prima volta ai Raid – i quali consistono nella conquista di Fortezze in mano a potenti ciurme scheletro.
Si imposta la rotta, si sistemano le vele, e ci si dirige verso l’enorme nembo a forma di teschio. Già a centinaia di metri dalla fortezza interessata, arrivano le prime palle di cannone sparate dalle torri popolate da scheletri. Al contempo, una musica minacciosa sale in sottofondo: Il gioco è contro la ciurma, e quest’ultima deve dimostrare il proprio valore pirata. Mani ai cannoni, si risponde al fuoco e si spiana la via per l’attracco. Prese le munizioni, si mette il piede a terra e ci si butta a capofitto nell’azione. Ondate di scheletri, ogni volta più particolareggiati e potenti, mettono alla prova la ciurma di valorosi che aspira al loot più folle del gioco.
Una importante variabile, l’esperienza congiunta
Pensate che finisca qui? Occorre tenere conto delle navi avversarie. I Raid sono un’esperienza congiunta, vale a dire che qualsiasi ciurma può vedere all’orizzonte il grande teschio ed intervenire. Nella maggior parte dei casi, prevale lo spirito pirata a quello altruista: non solo dovrete difendere la vostra pelle dagli scheletri, ma anche la vostra nave dagli avversari. In questo situazione, solo chi ha perseveranza riesce a vincere. La ciurma che dimostra la sua superiorità, mettendo in fuga le navi nemiche, guadagna con un accordo tacito la precedenza sul Raid.
Il Raid nella sua essenza
Il Raid vero e proprio consiste in uno scontro a ondate con scheletri sempre più potenti. La difficoltà sta nel fatto che progressivamente possono aumentare di numero, precisione con le armi da tiro e abilità nel combattimento con spada. Assicuriamo che – pur essendo ormai una ciurma esperta – i Raid mettono in difficoltà anche noi, che ricorriamo a curiosi escamotage con i cannoni della nave, al fine di raggiungere il desiderato loot.
La ricompensa dei raid, alla quale si accede uccidendo il capitano del forte, è la più consistente del gioco – al momento, in attesa di futuri aggiornamenti. Si parla di, all’incirca, cinque forzieri, due casse di thé raro, quattro teschi e dei gioielli sparsi. Un loot abbastanza elevato, da garantire una rapida progressione nel ranking delle tre compagnie.
La progressione e gli sbloccabili
Ciascuna compagnia ha il suo ranking a livelli: completando le rispettive missioni, si sale di livello e si accede a quest sempre più complesse e remunerative, nonché a skin particolari. Ricordiamo che non si sbloccano armi più potenti, ma solo elementi estetici per affermare la propria vanità pirata. In soldoni, anche ai livelli alti, tutti i giocatori sono uguale – la differenza sta nel quanto si conosce bene il mare dei ladri.
Questo può sembrare deludente, dopo anni ed anni di bombardamento con alberi delle abilità strutturati. Con Sea of Thieves si torna all’essenza pura del gioco – solo meccaniche di base, niente sovrastrutture che danno l’illusione di avere sempre della nuova “pappa pronta”. Nel mare, nessuno è avvantaggiato rispetto agli altri solo perché più libero di darsi al grinding – la bravura sta nella sola esperienza, non in benefit sbloccabili.
Oltre agli elementi estetici conferitici dalle varie compagnie, è possibile acquistarne dai vari mercanti presenti sugli avamposti. Ricordiamo che attualmente il gioco non presenta microtransazioni, e che tutto è acquistabile tramite la valuta endogena.
E quando si muore?
Sempre molto triste lasciare il regno dei vivi, ma Rare ha fatto diventare interessante anche l’attesa del respawn. Non un semplice caricamento: i pirati che passano all’aldilà, finiscono nel veliero che traghetta le anime verso il respawn. Una vera nave fantasma, nella quale è possibile incontrare i giocatori deceduti nelle vicinanze, in attesa che la porta sul mondo dei vivi si riapra.
Dunque, Sea of Thieves si o Sea of Thieves no? Ecco cosa ne pensiamo del “Contenuti Gate”
Negli ultimi giorni, di Sea of Thieves ne sono state dette di tutti i colori. Tra chi lo affianca allo sventurato No Man’s Sky e chi lo acclama a gran voce, molti utenti – e colleghi – sono in preda alla confusione. La verità sta nel mezzo e DrCommodore vi spiega perché.
Un passo avanti, il piacere del testo ludico
Lungi dal dire che la realizzazione sia perfetta, Sea of Thieves rappresenta un pezzo di progresso artistico, tecnologico e concettuale. Valutarlo esclusivamente per la longevità dei contenuti offerti al lancio – per di più a meno di una settimana da esso – è dunque assolutamente sbagliato. Siamo di fronte ad un modo originale di percepire l’esperienza multiplayer congiunta – grazie inoltre all’ottimo supporto cross-play tra Xbox One e Windows 10 – oltre che ad un modo sofisticato di intendere la comunicazione tra individui. Ludicamente parlando, in base a quanto espresso nei paragrafi precedenti, Sea of Thieves è divertente di per sé, senza il bisogno di applicare come francobolli i costrutti dell’RPG contemporaneo – come alcuni desiderano. La struttura di gioco intrattiene nel suo funzionamento, non nel suo fine, ed in quest’ottica un sistema di progressione strutturato sarebbe inutile. Giocando a Sea of Thieves, ci si diverte per il piacere del testo ludico.
La necessità di supporto, l’importanza dei giocatori
Tuttavia, questo impianto merita e necessita al più presto di sviluppo. Le possibilità offerte dalla build attuale sono ristrette – non esigue, sia chiaro, ma non sufficienti per la tenuta nel lungo periodo – e perdere la cresta dell’onda sarebbe un peccato madornale. Minor e major update, vere e proprie espansioni saranno necessarie per permettere a Sea of Thieves di resistere alla prova del tempo. La struttura del gioco ha ancora molto da esprimere, ma questo può avvenire solamente attraverso nuove modalità, nonché un approfondimento di quelle già presenti al lancio. Soprattutto, la prova del tempo si vince con i giocatori, la base utenti, che in assenza di un supporto costante, potrebbero appendere presto il timone al chiodo.
Quanto detto non esclude che Sea of Thieves, allo stato attuale, è un’esperienza che tutti dovrebbero fare. La macchina racconta storie, messa in piedi attraverso un design fisico – basato sulla immersione in un mondo con le sue leggi ed il suo funzionamento – è uno spunto di riflessione a più livelli. Il divertimento è assicurato, e se ne percepisce l’innovazione solo liberandosi da anni ed anni di abitudini videoludiche sbagliate.