Ripercorriamo la storia di Super Smash Bros
Con l’ultimo Nintendo Direct, i fan della grande N hanno avuto un sussulto inaspettato. Nello stupore generale, è stato annunciato il trionfale ritorno di Super Smash Bros su Switch. Il teaser mostra degli Inkling della serie Splatoon nel vivo di uno scontro. Subito dopo il buio, una luce illumina l’occhio dell’Inkling femmina: è proprio il logo di Smash. Delle sagome ai piedi del logo. Di esse ci sono state mostrate solo quelle di Mario e di Link in versione Breath of the Wild.
Il “totopersonaggi” è partito, per saperne di più leggete il nostro approfondimento qui. Oggi ripercorriamo assieme la storia di uno dei brand di maggiore successo della Grande N. Quindi, mettetevi comodi e preparatevi alle mazzate!
Back in the ’90s…
Correva l’anno 1998. Sotto la saggia guida di Masahiro Sakurai, il papà di Kirby, Nintendo e HAL Laboratory iniziarono lo sviluppo di una nuova IP. Lo scopo era quello di creare un picchiaduro che si differenziasse da tutti gli altri. Infatti, Satoru Iwata scartò l’idea dell’abbassamento della barra vitale, optando per l’idea di spingere fuori dal campo il nemico. Il titolo si mostrava ambizioso, prevedeva infatti per la prima volta la partecipazione di 4 giocatori contemporaneamente. Successivamente Iwata stesso, presentò il lavoro sotto il nome di Dragon King: The Fighting Game.
Il gioco era previsto per Super Nintendo. Dopo una lunga serie di lavorazioni al titolo, venne scelto poi di sfruttare i personaggi più celebri dei brand Nintendo.
Non convinti del successo del titolo, il gioco uscì nel 1999 per Nintendo 64 esclusivamente in suolo nipponico. Il primo storico Smash però, riscontrò un successo strabiliante. Così il gioco fu esportato anche altrove e già si pensava al titolo successivo.
Il roster era ridotto rispetto agli ultimi titoli. Comprendeva infatti 12 personaggi iconici di ogni serie di punta Nintendo. Tra di essi ricordiamo Mario, Link, Samus e Pikachu.
Le modalità presenti erano la 1P-Game, nella quale si affrontavano CPU dalla difficoltà sempre maggiore, una modalità VS e vari minigiochi.
Insomma, un picchiaduro atipico, divertente e coi più celebri personaggi Nintendo. What Else?
Lo sbarco sul Gamecube
Una delle console Nintendo dal parco titoli migliore fu il Game Cube. Mentre ascoltavamo gli Eiffel 65, proprio su questa console, sarebbe uscito il secondo, attesissimo Smash. Rilasciato al lancio della console, Super Smash Bros: Melee risulta ad oggi il videogioco più venduto nella storia del Cube. In questo capitolo, Sakurai pensò di implementare una modalità Adventure con annessi trofei e personaggi sbloccabili.
Il desiderio dei fan della serie venne quindi realizzato ed i giocatori potevano affrontare un’avventura tutta in stile Smash. Era possibile infatti scalare delle piattaforme sopravvivendo ed arrivando alla fine.
Altre nuove mod furono implementate come gli Eventi, 51 missioni alla fine delle quali si sblocca l’evento di Master Hand e Crazy Hand. Venne inoltre introdotta la modalità All Stars, una vera e propria sopravvivenza nella quale bisogna sfidare tutto il roster del gioco con una sola vita.
Insomma, Melee è sfida ed avventura, con tanto di trofei per gli amanti del collezionismo. In totale si contano 293 trofei, ottenibili nei più disparati modi, dai gettoni per la lotteria ai minigiochi.
Altro punto di forza di Melee fu l’aver aggiunto 9 personaggi a quelli originali, raggiungendo un totale di 25 fighters. Ognuno un parco mosse diverso, nessuno dei quali assai complesso da imparare ed usare al meglio.
Un vero e proprio trionfo, amato dal pubblico ed acclamato dalla critica, tanto da essere considerato da IGN come uno dei titoli migliori di tutti i tempi.
Super Smash Bros Brawl e l’Emissario del Subspazio
Wii è stata una console commercialmente di successo per Nintendo. Quale titolo migliore per celebrarla se non uno Smash nuovo di zecca? Nel 2008 arrivò proprio Super Smash Bros Brawl. Questa volta c’era una novità unica a sconvolgere i fan: la modalità storia.
L’Emissario del Subspazio fu proprio la modalità storia presente nel titolo. La trama era logicamente un pretesto per mostrare il roster del titolo in tutta la sua bellezza. Tra tagli eccellenti come Mewtwo e grandi new entry come Solid Snake, la storia ci fece innamorare di Brawl.
Il vero pg che fece veramente sussultare i giocatori fu Sonic, mostratoci in tutta la sua fierezza solo nel finale della modalità storia. Insomma, una mossa decisamente efficace e capace di dare una ventata di aria fresca alla serie Smash.
Un titolo che fece il botto, grazie al lavoro del team di Sakurai della Sora Ltd. Furono vendute ben 13 milioni di copie, entrando nella top 10 dei giochi più venduti su Wii. Tutto questo fu merito dell’ottima pubblicità fatta al titolo, con trailer delle new entry del roster, ed anche dell’implementazione del multiplayer online. Il titolo mantenne le modalità dei titoli precedenti, allargando ampiamente il numero di trofei ottenibili. Scenari nuovi di zecca come Shadow Moses o la zona Green Hill di Sonic. Tutti insomma lo ritenevano lo Smash definitivo, fino a quando però…
…Smash 4 e la fortuna nella sfortuna.
Brawl non poteva essere di certo l’ultimo Smash, era ovvio, ma non sarebbe stato nemmeno quello definitivo. Wii U è stata una console sfortunata, da molti definita il flop nintendo, ma il parco titoli conta delle eccellenze. Tra queste appunto, Smash 4. Annunciato all’E3 2011 e successivamente uscito nel 2014, questo nuovo capitolo approda per la prima volta su console portatile. Infatti, questo quarto capitolo venne commercializzato su 3Ds , implementando il 3D e su Wii U per la prima volta in HD.
Il titolo conta collaborazioni eccellenti come Square Enix, Platinum Games, Capcom e SEGA, grazie alle quali abbiamo personaggi celebri di giochi di queste case di sviluppo. Il roster è da capogiro, conta con tutti i DLC ben 61 personaggi utilizzabili. Altrettanto inaspettati sono le new entry, Abitante da Animal Crossing, la Wii Fit Trainer e grazie ai contenuti scaricabili Cloud da FF VII, Bayonetta e Ryu da Street Fighter.
Un titolo che, più che un gioco solo sembra un parco giochi fatto di trofei, modalità extra, lotte in multiplayer, il tutto coronato dalla bellezza degli Amiibo. Proprio questi sono stati l’aggiunta al gioco che ha sconvolto Smash. Si tratta di vere e proprie statuine raffiguranti i personaggi utilizzabili ed ognuna delle quali ha un’interazione in game.
Venduti come il pane, divenuti rarità introvabili e rivendute al triplo del prezzo originale, sono state la fortuna di Nintendo con una sfortunata console. Ad oggi gli Amiibo sono implementati in quasi ogni titolo esclusivo e restano una delle manovre commerciali più redditizie della grande N.
Ora che Smash per Switch è alle porte, non ci resta che aspettare e perchè no, ingannare l’attesa con una bella lotta!
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