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Razer Raiju, un bisturi per la PlayStation 4 (ma con qualche difetto)

Razer Raiju è il controller definitivo per PS4

A cura di Brian Pili

Se non si fosse capito, è iniziata la stagione delle recensioni! Non solo videogiochi, ma anche hardware per il 2018 che è appena iniziato. Vediamo assieme un’ottima alternativa al pad tradizionale per PS4, costruita con ottimi materiale e con alcune feature che faranno la gioia degli amanti del competitivo!

Da gamer a chirurgo con solo un cavo USB

Avere tra le mani questo gioiellino è un’emozione. Sebbene sia ergonomicamente differente dal classico controller Sony, ci si sente subito con le mani al sicuro: la presa è salda e si raggiungono bene tutti i tasti. La forma ricorda molto quella del controller di Xbox One, con la differenza del touchpad e dello stick analogico sinistro nella classica posizione Sony. playstation accessories dualshock 4 jet black 03 us 15feb17

Parlando appunto dei tasti e della loro disposizione c’è da muovere purtroppo una critica: i due analogici, nei controller standard Sony, sono al centro perché la scocca più “slim” permette di raggiungerli senza affaticare troppo i pollici. Nel caso del Raiju, più massiccio si ha più difficoltà a tenere tutto sotto controllo – sia chiaro, non si parla di fatica. Sarebbe stato meglio ispirarsi al layout del pad Xbox One. Gli appassionati PS saranno un po’ spaesati all’inizio, data l’abitudine al pad standard più esile rispetto a Raiju. 55130072.cms

Tuttavia la “scomodità” viene presto dimenticata, infatti quello che questo controller è in grado di offrire è decisamente superiore al quello classico. Quattro tasti, programmabili liberamente, possono cambiare letteralmente le tue partite: 2 grilletti posti sotto il touchpad e due tasti aggiuntivi, che troviamo al fianco dei classici L1 e R1.

Ho già menzionato il fatto che tutti i tasti sono MECCANICI? Ah no?

Proprio così, tutti i tasti del Raiju sono meccanici: sotto al tasto che vediamo, si trova un interruttore che non ha bisogno di arrivare fino a fine corsa per essere azionato, a differenza dei tasti a membrana come quelli dei controller Sony. Ma questo cosa cambia? Molto, parlando di reattività. Infatti basterà schiacciare appena il tasto per fare in modo che l’azione richiesta venga eseguita, quindi non sarà necessario affondare i pollici nei tasti, ma sarà sufficiente accarezzarli dolcemente, ricevendo un soave “clic” come risposta. Razer Raiju

Chi ha già utilizzato una tastiera meccanica sa di cosa parlo, una risposta alla pressione pressoché istantanea. La grande differenza si nota con le pressioni rapide e ripetute (esempio: in Dying Light per aprire delle porte serve una pressione rapida del tasto X, con un controller meccanico si fa decisamente più facilmente e rapidamente).

Analogici e Touchpad

L’assenza del punto morto negli stick analogici si sente, eccome. Nei giochi in prima persona, dove avere lo sguardo nel punto giusto è la cosa essenziale, queste levette ti danno una sensibilità unica, senza contare che le “testine” hanno un diametro maggiore di circa mezzo centimetro e possono essere rivestite in gomma antiscivolo – oltre ad avere il centro concavo. Insomma non esiste più la scusa “Ti è andata bene, mi è scivolato l’analogico”. Il touchpad è sensibile tanto quanto quello del controller classico di Playstation, con la differenza che anche quest’ultimo è meccanico: sentiremo il dolce “clic” anche premendo il touchpad.

L & R

Sul dorso del controller sono sistemati in totale 6 tasti, due sono quelli aggiuntivi e quattro sono i classici L1 e L2 & R1 e R2. Quest’ultimi sono ben diversi dai classici del Dualshock 4, sono infatti più ampi e ravvicinati, ma questo non è sempre un pregio. Può capitare infatti nei primi tempi di utilizzo di premere erroneamente L1 o R1, la colpa se così si può dire, è della vicinanza tra i due blocchi di tasti e della posizione dei due aggiuntivi, infatti essendo situati nel centro, premendoli, può capitare di premere anche gli altri due citati.

Razer Raiju

Un dettaglio che non sfugge è anche il blocco di L2 e R2, i due (enormi) grilletti si possono infatti utilizzare nel modo classico, quindi a pressione variabile (per usare l’acceleratore nei giochi di corse per esempio) oppure a corsa ridotta, dove appunto i tasti sono a pressione istantanea e reagiscono come i due sopra.

Il punto forte che differenzia il Raiju dal Dualshock 4

In totale abbiamo 4 tasti da programmare: 2 nel centro tra il gruppo di pulsanti L ed R e due sul retro del controller. Tutti quanti possono sostituire qualsiasi tasto del controller per averlo sempre pronto al momento giusto nel punto più comodo. Negli sparatutto è comodo usare il grilletto posteriore sinistro come R2 così da poter fare l’azione “mira e spara” con la solita mano per esempio.

Vista la possibilità di programmare i tasti, Razer ha pensato bene di aggiungere la possibilità di tenere in memoria 2 configurazioni, indicate dai led posti sotto al touchpad e cambiabili con la pressione del tasto apposito situato sotto le levette analogiche.

La programmazione in sé poi è molto semplice, sarà sufficiente premere il tasto con il punto e la freccia, insieme al tasto aggiuntivo da riprogrammare, dopo una leggera vibrazione premere il tasto che bisogna sostituire, a questo punto se si sente un’altra vibrazione vuol dire che la riconfigurazione è andata a un fine e solo a quel punto si possono mollare i due tasti che si stavano tenendo premuti fin dall’inizio. Razer Raiju

In aggiunta e in conclusione

Razer Raiju è inoltre dotato di jack 3.5″ e di tasti per la chat. Le dimensioni approssimative sono 168 mm / 6,62” (Lunghezza) x 105 mm / 4,14” (Larghezza) x 65 mm / 2,56” (Altezza). Un ulteriore punto negativo è il peso approssimativo (con cavo): 350 g/0,77 lb (senza cavo). Per un prezzo attorno ai 150 Euro portiamo a casa una bestiolina dai tasti meccanici molto adattabile alle esigenze del giocatore. Forse il prezzo è un po’ eccessivo – come tutti i controller – pertanto consigliamo di aspettare periodi di saldi per compiere l’eventuale acquisto.

 

 

 

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