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Recensione Wiko WIM, “doppia” fotocamera? Ritenta Wiko!

Cari lettori, commodoriani e non, oggi parliamo di Wiko WIM, lo smartphone che Wiko ha tanto osannato per la fotocamera, e che.. e che niente, andiamo a vedere nella recensione come si comporta!

Scheda tecnica

A bordo di questo Wiko WIM troviamo un processore Snapdragon 626 octa-core a 2,2GHz , un pelo più performante del 625 grazie alla frequenza di clock un pochino più alta.
Abbiamo anche 4GB di RAM, 32/64GB di memoria interna espandibile con MicroSD fino a 256GB e una batteria da 3200 mAh. Le specifiche continuano con una doppia fotocamera posteriore da 13+13MP con un sensore normale e uno  b/n per  interpolare i colori e ottenere un effetto migliore.
Molto buona la frontale da 16MP con flash LED.

Design, materiali ed ergonomia

Dal punto di vista dei materiali abbiamo un mega-plasticone scricchiolante e lucido sul retro, che si riempie di ditate. Da pulito è carino, ma dopo 2 minuti di utilizzo non è proprio un bel vedere. Di spicco sul posteriore il logo Wiko e la “doppia” fotocamera posteriore lievemente sporgente.
Dal punto di vista frontale invece, troviamo il tasto Home premibile che può fare anche da pulsante di navigazione (con delle gesture intuitive come i comandi di un picchiaduro) e il display; inoltre c’è il led di notifica, piccino ma ben illuminato.
Il frame è in metallo, ed è contornato dal carrellino per la SIM + MicroSD, ingresso Micro USB (ancora? Dai Wiko!!) e i classici pulsanti.
Le dimensioni (5,5″ pollici di diagonale per lo schermo) sono abbastanza contenute nonostante lo schermo grosso, merito della back cover leggermente curvata che favorisce la presa. Insomma, comodo da tenere in mano, ma design anonimo, specialmente in questa colorazione nera, che non si distingue assolutamente dalla “massa”.

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Esperienza d’uso

Boh, qui c’è poco e niente da dire: software stock, Android 7.1 aggiornato alle patch di sicurezza di Settembre 2017, con alcune personalizzazioni e app (alcune abbastanza inutili, per esempio giochi vari) da parte del produttore. In generale lo smartphone non gira male, lo Snapdragon 626 fa il suo lavoro, versione “migliorata” del 625 che va a una frequenza di clock leggermente maggiore.

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Il sistema è fluido, ma ogni tanto ci sono riavvii di app accidentali, e generalmente l’esperienza, per quanto gestibile da un punto di vista di utenza media, risulta un po’ gommosa.
Per intenderci: per l’utilizzo quotidiano va bene eh, ma appena lo si mette un minimo sotto torchio, beh, il lavoro di ottimizzazione malfatto di Wiko si fa un po’ sentire.
Lato display non ci siamo: dovrebbe essere un Amoled FHD. I colori risultano molto saturi, e il display ogni tanto risulta quasi “sporco”. Non so, magari è l’unità che ho in prova eh, ma ne dubito.
Tra l’altro, la luminosità minima è un faro nella notte. Accecante. E tutto questo potrebbe essere anche un bene, se solo la massima non fosse tutto sto granché. Il display si vede comunque bene sotto la luce del sole, ma no, proprio no. Bocciatissimo
Per quanto riguarda l’audio: l’altoparlante di sistema si sente abbastanza bene, ma quando siamo in chiamata, dall’altra parte ci sentono malissimo se si allontana il telefono di poco dalla bocca, mentre in capsula è abbastanza pulito.
Lato ricezione, senza infamia e senza lode. Prende e non prende, quando prende lo fa abbastanza bene.
Ascensore bunker non ci siamo, Bruce Willis Award (E ANCHE QUI PRENDE!) schivato senza nemmeno provare a prenderlo. In ogni caso la navigazione non è compromessa nell’utilizzo normale, niente di eccezionale però. C’è il supporto all’LTE e il WiFi è Dualband.

Fotocamera

La fotocamera di questo dispositivo è quello su cui Wiko ha spinto tantissimo: “DOPPIA FOTOCAMERA BELLISSIMA WAW”.
Ma poi sulla carta è una cosa, ma all’atto pratico ci troviamo un doppio sensore praticamente inutile. Anzi, le foto sono pure meglio se scattate con solo un sensore.

La carrellata di foto qua sotto è un misto di HDR e foto con doppio sensore, non so se vedete la differenza, io no.
Detto questo, comunque, le foto non sono brutte, anzi, quando c’è tanta luce ci troviamo davanti a degli scatti ricchi di dettagli e con un buon bilanciamento del bianco.
Il problema inizia a farsi sentire quando invece siamo con meno luce, o con una luce artificiale comunque non troppo forte: apparte l’immensa quantità di rumore, la velocità di scatto è pressoché nulla, e dobbiamo quasi avere un treppiede al posto delle mani per riuscire a fare delle fotografie che non siano mosse.

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Questo discorso non è invece valido per la fotocamera frontale, decisamente sopra la media dei dispositivi in commercio, con un flash frontale molto potente e una qualità e un dettaglio che difficilmente si trovano altrove.

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Anche i video, sono davvero ottimi, stabilizzati ad hoc, in una maniera che onestamente non avevo mai visto in altri dispositivi.

Batteria

La batteria non è male. In uso stress ho concluso la giornata alle 8 di sera con meno del 10% batteria, ma con ben 5h di utilizzo.
Merito anche dello Snapdragon 626, evoluzione del 625 che, come sappiamo, è un processore che accarezza la batteria, e pur aumentando la frequenza di clock, mantiene questo atteggiamento parsimonioso nei confronti dei consumi.
Promosso lato batteria.

Considerazioni finali:

Allora, qui c’è un discorso un po’ controverso da fare.
Wiko Wim non è un brutto prodotto: è un prodotto discreto che potrebbe essere meglio. La velocità di scatto della fotocamera, il software lievemente gommoso in alcune situazioni la “doppia fotocamera” che non ha senso di esistere sono tutti difetti che, uniti al prezzo esageratissimo di circa 350€ a molti mesi dal lancio, non mi fanno propendere per un voto positivo. Purtroppo per Wiko, cercando di fare qualcosa di diverso, si sono intortigliati da soli e hanno prodotto qualcosa che poteva essere meglio sotto ogni suo aspetto.

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Federico Basanese

Federico Basanese

24 anni, Milano. Programmatore di giorno, appassionato di tecnologia di notte. Prediligo il mondo degli smartphone, trovandoli ormai un'estensone del corpo (preferisco scrollare facebook che il passare tempo con gli amici) e non più dei semplici strumenti. Mi emozionano tantissimo l'IoT e il sushi.

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