Star Wars: Gli Ultimi Jedi
Nel 2015, dopo quasi quarant’anni dall’inizio della saga, uscì al cinema “Star Wars: Il Risveglio Della Forza”, film che spaccò letteralmente in due l’opinione pubblica: vi furono quelli che lo criticarono poiché lo ritennero una copia mal riuscita di Episodio IV e coloro i quali invece lo apprezzarono poiché lessero le somiglianze con “Una Nuova Speranza” come un omaggio fatto da J. J. Abrams a tutti i fan. Proprio per questa ragione vi era il timore che anche questo ottavo film della saga potesse risultare una brutta copia de “L’Impero Colpisce Ancora”.
Per la gioia di tutti i fan, non è successo nulla di tutto ciò. Il film diretto e sceneggiato da Rian Johnson prende infatti le distanze, sia dal punto di vista registico sia nella tipologia di narrazione, dalla vecchia trilogia e dal primo capitolo di quella nuova. Le citazioni certo non mancano, soprattutto riguardanti la trilogia originale (la battaglia su Hoth e l’addestramento di Luke da parte di Yoda), ma non sono eccessive e per questo piacevolmente godibili.
Un punto a sfavore potrebbe essere ravvisato nella struttura del film, che può essere diviso in due distinte sezioni: una prima parte più lenta, quasi interamente occupata dall’addestramento di Rey, ed una seconda parte più rapida caratterizzata da un gran numero di colpi di scena. Il lato negativo sta nel fatto che, mentre nella prima sezione la lentezza è dovuta ad una sapiente caratterizzazione dei personaggi e ad uno sviluppo delle loro personalità, nella seconda si cerca di compensare inserendo una quantità spropositata di colpi di scena, che, per quanto intensi, sembrano essere buttati a caso nella storia.
I punti di forza di questo film sono sicuramente ricercabili nella regia e nella fotografia. Mentre la prima è caratterizzata soprattutto da molti campi lungi e lunghissimi, utilizzati per mostrare allo spettatore la maestosità delle location e da superbe scene di combattimento, sia con le spade laser che con gli incrociatori, la seconda mostra una prevalenza di colori freddi, i quali servono a dare un tono più cupo alla pellicola.
Fortunatamente per i fan “l’effetto Disney”, ossia quella teoria secondo la quale ogni franchise acquistato da Topolino risulti immediatamente più stupido e infantile, non è presente in questo film. Poche battute e ben contestualizzate e i Porg, sospettati di essere i nuovi Jar Jar Binks, hanno mantenuto un ruolo marginale che non infastidisce lo spettatore.
ATTENZIONE: RECENSIONE SPOILER A PARTIRE DAL MINUTO 10:00 IN POI.