Ecco la nostra recensione di Dead Synchronicity: Tomorrow Comes Today per Nintendo Switch!
L’avventura grafica “punta e clicca” già presente su diverse piattaforme quali PlayStation 4, PC, iOS e Android, raggiunge la famiglia Nintendo! Sviluppato dal team spagnolo Fictiorama Studios nel 2015, Dead Synchronicity si aggiunge al catalogo della console ibrida grazie al porting di Stage Clear Studios!
Ricordiamo che non esiste recensione priva di spoiler. Lo spoiler dipende tutto dalla lente soggettiva, dunque i contenuti che si dichiarano “spoiler free”, mentono. Buona lettura, Commodoriano!
La trama, portata principale di Dead Synchronicity
“Nel profondo di un mondo condannato, la Terra”
Una spiaggia. Subito dopo un interferenza. Un servizio di un telegiornale darà il via ad una serie di immagini catastrofiche, post-apocalittiche e angoscianti. E infine, il buio totale, accompagnato da una voce femminile che ci inviterà a “svegliarci”.
Questo è l’inizio di Dead Synchronicity: un inizio che fin da subito non preannuncia nulla di buono. Vestiremo i panni di Michael, un uomo che non ricorda nulla del suo passato e che è affetto da visioni inquietanti. Nelle prime battute di gioco scopriremo che le immagini viste nell’intro iniziale sono dovute alla “Grande Onda”: un cataclisma che ha devastato l’intero pianeta.
Da qui inizierà l’avventura: un viaggio in un mondo cupo, violento, dove dovremmo affrontare temi e situazioni che metteranno in crisi la moralità del nostro protagonista.
“Un bel gioco dura poco”
La trama non mancherà di colpi di scena, personaggi fortemente caratterizzati, in cui spesso entreremo in empatia. Il tutto accompagnato da una grafica e da una scelta di musiche azzeccate. C’è un però: il gioco, fondamentalmente story-based, durerà poco, ovvero 5/6 ore di gioco, circa un pomeriggio intero.
Non andremo oltre, per non spoilerare altro su una trama coinvolgente e ben curata, lasciando a voi il compito di gustarvela.
Alleghiamo il trailer del gioco per l’uscita su Nintendo Switch, cosi da poter iniziare a farvi un idea di Dead Synchronicity
https://www.youtube.com/watch?v=QB6RzzMUHgA
Nulla di nuovo… Per fortuna
I comandi, niente di trascendentale
Dead Synchronicity fa quindi come punto di forza la trama, ma per quanto riguarda il resto? Se avete già giocato ad altri titoli simili – come la saga di Monkey Island, Grimm Fandango, Broken Sword e molti altri – non noterete grosse differenze.
Per interagire con l’ambiente, gli oggetti e le persone abbiamo a disposizione un cursore controllato dallo stick del Joy-Con sinistro, con il tasto A sarà possibile prende o interagire, con Y invece sarà possibile osservare e infine con i 4 tasti dorsali è possibile mettere in evidenza i vari elementi interagibili nell’area in cui ci troviamo, funzione molto utile date le ridotte dimensioni dello schermo della console.
L’inventario
Il gioco presenta, come ogni buon adventure game, un inventario, in questo caso rappresentato da una valigia, in cui potremo depositare i vari oggetti raccolti nel corso dell’avventura.
Qui sarà possibile osservare ciascun oggetto, prenderli per poter interagire con l’ambiente di gioco oppure combinare due oggetti tra di loro per crearne uno nuovo. Spesso durante queste azioni sentiremo un commento di Michael, ad hoc per la situazione.
I dialoghi e la loro estetica
Anche i dialoghi sono strutturati come da tradizione: un elenco di possibili domande, frasi o risposte a seconda del personaggio, o della situazione in cui ci troviamo. In alcuni casi noteremo che alcune frasi sono evidenziate in giallo: questo indica che se sceglierete quella opzione non potrete più scegliere quella frase oppure accedere nuovamente a determinati set di dialogo.
Da tradizione: Gli enigmi
E ovviamente, non mancano gli enigmi che si presenteranno nel corso del gioco: si trattano di rompicapo fattibili o comunque abbastanza semplici, anche se in alcuni casi la difficoltà aumenta notevolente. Questa difficoltà è dovuta al fatto di dove tornare in aree già visitate, interagendo con personaggi o ambienti già affrontati prima (quindi un backtracking forzato e molto frequente) oppure al fatto che non si capisce bene cosa bisogna fare, creare o ottenere per poter risolvere l’enigma.
Una grafica e un comparto sonoro azzeccato
La grafica è interamente in 2D, con uno stile dai tratti spesso decisi e cupi, che riescono a comunicare ansia, violenza, e tristezza riuscendo sempre a creare l’atmosfera in ogni momento. Stesso discorso per il comparto sonoro, sempre azzeccato in base alla situazione. Grazie a questi elementi, fondamentali per questa tipologia di gioco, riesce a rafforzare la trama, rendendo memorabili determinati momenti del gioco.
Tiriamo le somme su questa bella esperienza
Il gioco fa leva sulla parte narrativa, cercando di spingere sul lato emozionale del giocatore più che sul lato intellettivo, cercando quindi di comunicare una storia che metterà in crisi la moralità di Michael e del giocatore stesso, affrontando temi piuttosto duri. Non presenta innovazioni dal punto di vista delle meccaniche, mantenendo quindi i tradizionali canoni degli adventure game.
Per quanto riguarda la parte tecnica – sia in modalità docked che portatile – il gioco è fluido, e in modalità handled si ha un basso consumo di batteria.
Uniche note dolenti sono il backtracking forzato, obbligando quindi il giocatore a ripassare in alcuni luoghi molte volte, la poca longevità del titolo. Si spera che, dato il cliffhanger finale del gioco, il seguito sia dello stesso livello di questo, se non migliore.
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