Potremmo iniziare l’articolo in questione con un “c’era una volta in un posto tanto lontano…”
Questa è la percezione che si ha leggendo le varie testate giornalistiche italiane, su di una questione che oltreoceano sta scatenando non poche proteste, le quali stanno ignorando completamente un problema che potrebbe sbarcare anche da noi.
Di cosa stiamo parlando? Di Net Neutrality, ovvero Neutralità della Rete.
Cos’è in soldoni? Semplice la possibilità dell’accesso libero e paritario a qualsiasi contenuto in rete.
Il perché’ se ne sta parlando è semplice. In America infatti il presidente della Federal Communications Commission (FCC), l’agenzia governativa statunitense che si occupa di vigilare sulle comunicazioni, Ajit Pai, un fedelissimo di Trump, da sempre oppositore della neutralità della rete, a favore delle grandi aziende, ha annunciato di voler riformare le regole per i Vari gestori di Internet (Internet Service Provider, in gergo chiamati semplicemente ISP).
In cosa consiste la proposta di Ajit Pai? Trasformare i Gestori di Servizi Internet (e telecomunicazioni) facendoli diventare di fatto semplici “servizi di informazione”, svincolandoli, quindi, dalle strette regolamentazioni a cui sono sottoposti. La giustificazione a questo tipo di proposta è sempre la stessa: la competitività economica e il libero mercato, oltre a una minor controllo da parte del governo nei confronti delle aziende private, quali gli ISP sono. Infatti, secondo i Repubblicani, un cambiamento del genere porterebbe solo benefici alla libera concorrenza ed ai consumatori, che ne beneficerebbero solamente dagli accordi commerciali che, gli stessi gestori internet, stringerebbero con le varie aziende che forniscono i diversi servizi in rete.
La protesta nasce dal fatto che con questa proposta di legge, che secondo diversi rumors, nonostante le feroci critiche dell’elettorato, passerà, si snaturerebbe quella che è la vera natura della Rete, ovvero la sua neutralità e la possibilità per i piccoli e per le nuove imprese di emergere.
Ma facciamo qualche esempio che così risulta essere tutto più chiaro.
Se la legge passasse lo scenario che potrebbe verificarsi sarebbe più o meno questo:
I provider potranno stringere accordi tali con colossi ad esempio vendendo “pacchetti di servizi accessori “vantaggiosi per i loro partner, magari privilegiando la banda o dando un traffico migliore ai loro partner commerciali, castrando quindi tutti gli altri servizi, anche i nuovi, limitandone altri ancora. Ma diciamo che in generale che un’immagine di quello che potrebbe succedere valga più di mille parole.
Altra questione in ballo è la libertà di parola. Se un Gestore decidesse che il blog di Pincopallo fosse scomodo perché fa più traffico di un suo partner, oppure, perché parla male del provider in questione, potrebbe limitarne in maniera drastica il traffico.
Senza considerare tutte le nuove aziende che verrebbero strangolate sul nascere da questa proposta.
Facciamo un esempio concreto. Diciamo che domani mattina nasca una nuova startup. E supponiamo, per esempio, che questa startup vi porta dei panini buonissimi a casa. Come tutti i piccoli non avrà nessun tipo di sponsor e magari il suo sito verrebbe oscurato da un colosso di panini, che, magari, in precedenza avendo stretto accordi con un ISP, avrà maggiore visibilità e un peso maggiori nelle varie decisioni del Gestore Internet.
Questo problema con annessa discussione al momento è in atto solo negli Stati Uniti. Infatti l’Europa, al momento, ha un documento stringente per quanto riguarda la Net Neutrality.
Se però dovesse passare in America, potrebbe pure da noi avvenire tale tipologia di “liberalizzazione” portandosi dietro problemi, non solo di natura etica, ma anche di natura prettamente logistica.
Nel 2017, purtroppo, sul nostro territorio diversi Gestori non riescono a raggiungere tutti e dappertutto, per mancanza di infrastrutture.
Da Noi, infatti, chi gestisce la Rete sono le diverse Compagnie Telefoniche, le quali stanno cercando di adeguare la Rete agli standard mondiali, seppur con estrema difficoltà, cercando di raggiungere tutta la popolazione. Quindi se una compagnia telefonica decidesse di favorire un servizio, rispetto a un altro, ci si potrebbe trovare senza la possibilità, non solo di scelta, come succede oggi, ma anche a causa di questa legge, senza un servizio\prodotto internet che vorremmo, perché magari quel Gestore internet da noi non e’ coperta la zona per motivi prettamente logistici.
Vi lasciamo qua l’immagine della copertura adsl sul territorio italiano aggiornata al 2017 (fonte Agcom)