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Recensione Huawei P10 Plus, un’occasione sprecata

Cari lettori, commodoriani e non, oggi parliamo di Huawei P10 Plus,  un terminale uscito a inizio anno, osannato per la fotocamera, sicuramente di alto livello, ma che presenta comunque qualche difetto che mi ha fatto storcere il naso e non poco.
Ma parliamone bene nella recensione.

Scheda tecnica

Huawei P10 Plus ha una scheda tecnica di tutto rispetto: un potente Kirin 960 a 2,4GHz, con GPU MALI-G71MP8, 6GB di RAM e 128GB di memoria interna espandibile con MicroSD, una batteria da 3750 mAh e un ampio display LCD IPS da 5,5″ con una risoluzione QHD.
Troviamo inoltre un rapidissimo sensore d’impronte digitali, una doppia fotocamera posteriore creata in collaborazione con Leica da 12+20MP (sensore RGB+Monocromatico) e frontalmente una cam anteriore da 8MP. È anche DualSim!
Conclude il “pacchetto” Android nella sua versione 7.1.1 con la EMUI, interfaccia proprietaria di Huawei, in versione 5.1
Insomma, vista così non c’è niente di cui lamentarsi.

Design, ergonomia e materiali

Parliamo quindi ora del lato estetico e del touch&feel di questo dispositivo: abbiamo una scocca unibody in alluminio che presenta il logo Huawei, e la sezione della doppia cam ha un inserto in vetro.
Il frontale è un po’ anonimo, oltre al classico sensore d’impronte incavato nel display (che fa anche da tasto home e navigazione generale) troviamo la capsula auricolare, il led di notifica, la cam frontale e nulla più.
Ultimo ma non meno importante il frame, sempre facente parte della scocca, che porta il sensore infrarossi, jack per le cuffie, ingresso USB Type C con supporto all’OTG, bilanciere del volume e tasto di accensione e spegnimento.  Ecco forse qui è dove il  telefono si distingue un po’ di più: il  tasto è contornato da un frame rosso che, oltre a renderlo riconoscibile, devo dire che è molto elegante.
Insomma un design pulito, una qualità costruttiva ottima,  ma niente di rivoluzionario.
Lato ergonomia beh, è un 5,5″. C’è chi riesce e chi non riesce. Io personalmente non riesco a usarlo con una mano, ma non tanto per le dimensioni quanto per i materiali: effetto saponetta garantito. L’alluminio dietro è molto liscio e, a meno che non abbiate la variante DazzlingBlue (che ha il retro zigrinato e favorisce  la presa), questo trasforma la vostra mano in una pista di pattinaggio per il telefono, che vorrà abbracciare il pavimento alla prima occasione disponibile.

Consiglio una cover, che, seppur sfavorendo l’utilizzo a una mano, sicuramente vi mette il cuore in pace. Quella fornita nella confezione è in plastica rigida ed è un po meh.. meglio una in TPU tipo Spigen, o roba del genere.

Io ho provato la versione nera,  ma vi metto qui le foto di quella Greenery che è molto molto più bella, e secondo me ha più appeal e si distingue in fatto di colore.

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Esperienza d’uso

Adesso parliamo della parte che interessa di più: come va Huawei P10 Plus? Beh, è ovvio che sia veloce, fluido reattivo e quel che si cerca in uno smartphone.
La EMUI, come ribadito altre volte, può piacere o non piacere, ma è impossibile negare che sia un’interfaccia stabile e affidabile.
Ci sono alcune chicche, come la possibilità di nascondere la navbar e utilizzare il tasto home per la funzione di navigazione, con uno swipe per aprire il multitasking, un tap per la funzione back e un tap prolungato per tornare alla home. Questo favorisce un po’ l’utilizzo ad una mano.

Navbar

Ci sono altre app interessanti, come il solito “spazzino“, le varie app preinstallate da Huawei come Huawei Health, HiCare, etc. e la possibilità di avere più account per la stessa app (per esempio, essendo uno smartphone DualSim possiamo avere due istanze di Whatsapp sullo stesso telefono).
L’applicazione smart remote consente l’utilizzo del sensore IR per fare gli scherzoni nei bar di cui parlavo nella recensione di Honor 9.

Home Notifications  twin apps Smart remote

Ma perché allora il titolo della recensione?
Ragazzi, Huawei P10 Plus scalda. Tantissimo. E questo si traduce, oltre che in delle ustioni di terzo grado, anche in un calo di prestazioni in condizioni di stress molto intenso, seppur non fastidioso al punto di volerlo lanciare via.
E su un telefono basato sulla multimedialità come Huawei P10 Plus, scaldare così tanto mentre si usa la fotocamera è davvero grave. Per non parlare dell’impatto che questo ha sulla batteria. Di questo però ne parliamo nella sezione adatta.
Parlando di display, è bellissimo, niente di meglio si può chiedere da un IPS QHD. Però anche qui devo andarci pesante ed indicare che ha un difetto importante: non c’è un trattamento oleofobico. E se c’è, è fatto coi piedi.
Il display si riempie di ditate pure senza toccarlo, ed è triste doverlo pulire ogni due secondi per godere di uno schermo che effettivamente è davvero bellissimo, ma che non può essere sfruttato al 100% perché ha sempre delle perfezioni o un po’ di sporcizia.
E anche sfregandolo sui vestiti (perché tutti lo facciamo) la situazione non cambia, non sarà mai veramente pulito. Un vero peccato perché si poteva fare tanto con un pannello di questa qualità.
Lato audio abbiamo una modalità stereo che si attiva mettendo il telefono in landscape, trasformando la capsula auricolare in uno speaker. Facciamo però finta che non ci sia, perché il volume che esce da quest ultima è davvero troppo basso per rendersi conto di una differenza sostanziale.  Nel complesso però è un buon audio, anche se un po’ sbilanciato in quanto è fortissimo a volume massimo, ma basta scendere di un paio di livelli per trovarlo un po’ sottotono. Ma il suono è comunque pulito, e senza disturbi o gracchi strani.
Lato ricezione siamo a livelli top invece. Ascensore bunker superato ad occhi chiusi, mai un problema di segnale,  sempre a testa alta anche nei posti più sperduti. Insomma, questo telefono fa bene il telefono. Il passaggio da WiFi(dual band) a cella è ultrarapido e c’è il supporto all’LTE.
Purtroppo c’è il rovescio della medaglia anche qui: i valori SAR di Huawei P10 Plus sono molto alti.
Ad alcuni potrebbe non interessare, ma io lo segnalo comunque.

Fotocamera

La doppia fotocamera di Huawei P10 Plus è stata creata in collaborazione con LEICA, continuando la partnership creata con P9. Qui troviamo una versione migliorata di quell’ottima fotocamera, con un software completo, ricco di funzioni tipo la modalità ritratto che consente di fare foto sfruttando il secondo sensore B/N per un effetto bokeh davvero bellissimo.
Non mancano altre modalità, come per esempio la modalità cibo o altre chicche interessanti.

Le foto sono ricche di dettaglio, pulite e l’HDR lavora benissimo, sia con molta che con poca luce. Per esempio questa foto è stata scattata in un seminterrato veramente tanto buio, eppure sembra ci sia luce solare. In realtà l’illuminazione è data solo dalla lampada al neon. Ma giuro che non era così forte dal vivo, anzi.

IMG 20170617 090216

Anche la frontale fa degli scatti niente male.
Ecco un piccolo slideshow con alcune foto scattate da questo terminale.

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Anche i video non sono niente male, registrabili fino in 4K a 30FPS

Purtroppo utilizzando per molto la fotocamera il telefono scalda veramente tantissimo e questo impatta molto sulla batteria.

Batteria

Ed è proprio parlando di batteria che concludo: 3750 mAh sono molti. Ma non per P10 Plus. Al di là del display QHD, il Kirin 960 è un processore particolarmente energivoro, e qui il lavoro di ottimizzazione non è stato dei migliori.

Sarà molto difficile arrivare oltre le 3 ore e mezza di utilizzo senza una pompatina al pomeriggio nelle giornate stress. Nelle giornate di utilizzo normale arriviamo alle 4 ore e mezza di utilizzo ma niente di più. Diciamo che si poteva fare molto di più per un dispositivo con la dicitura “plus” nel nome, con un prezzo di listino non proprio basico e, soprattutto, incentrato sulla fotocamera.  Perché si sa che la fotocamera consuma molto, ma se ne fai il centro di un terminale preferisco avere la possibilità di scattare più di una decina di foto senza avere paura di rimanere a piedi durante la giornata.

L’unico pro che posso trovargli è la tecnologia SuperCharge che garantisce una ricarica da 0 a 100 in circa 1 ora e mezza.

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Federico Basanese

Federico Basanese

24 anni, Milano. Programmatore di giorno, appassionato di tecnologia di notte. Prediligo il mondo degli smartphone, trovandoli ormai un'estensone del corpo (preferisco scrollare facebook che il passare tempo con gli amici) e non più dei semplici strumenti. Mi emozionano tantissimo l'IoT e il sushi.

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